Ma volevo approfittare della richiesta per rispondere ad almeno altre tre domande:
- Perché si parla tanto di “studi a lungo termine”?
- Come sono fatti gli “studi a lungo termine”?
- Qual è l’utilizzo in tema di salute e sicurezza alimentare degli “studi a lungo termine”?
Perché quindi ci pongono questa domanda? Proviamo ad esaminare un insieme più completo di domande, per capire meglio:
- E’ citotossica (danneggia lo sviluppo cellulare)? Risp. NO
- Ha effetti negativi sulla salute nell’immediato? Risp. NO
- Ha effetti negativi sulla salute nel medio termine? Risp. NO
- Ha effetti negativi sulla salute nel lungo termine? Risp. Non lo sappiamo
Non siamo di certo noi gli esperti di ricerche scientifiche, tutto quello che possiamo fare è guardare come si comporta la comunità scientifica, in particolare sul tema della sicurezza (ambientale, alimentare e sanitaria), e valutare di conseguenza. Ovvio quindi che è la terza domanda quella che ci sta più a cuore.
Prima di rispondere a questa domanda proviamo però a capire come si fanno gli studi a lungo termine (e come, a volte, vengono distorti e piegati ad obiettivi specifici). Domanda n. 2, quindi.
Ve lo immaginate un ricercatore che seleziona un numero “x” di pazienti-cavie e li segue per 20 anni somministrandogli il prodotto da testare? La probabilità che il ricercatore muoia prima di completare la sua ricerca sono abbastanza significative. Nondimeno ci sono stati casi nella storia in cui si è seguito questo metodo.
La scienza principale per studiare gli effetti a lungo termine di eventi/malattie si chiama Epidemiologia. Cedo la parola a Wikipedia: “L'epidemiologia (dal Greco επι= sul, δημος= popolo e λογος= discorso, studio) è la disciplina biomedica che si occupa dello studio della distribuzione e frequenza di malattie e di eventi di rilevanza sanitaria nella popolazione. […] Si occupa di analizzare le cause, il decorso e le conseguenze delle malattie. […] Per raggiungere i suoi scopi l'epidemiologia si serve della statistica, basata a sua volta sulla matematica, e della demografia.”
Postulato: più è lungo il periodo di tempo, più grande è la massa della popolazione analizzata, e più preciso sarà il risultato.
L’epidemiologo lavora quindi su una massa di dati provenienti dalle fonti più disparate e cerca di ricavare l’informazione più corretta e coerente possibile, per descrivere il fenomeno. Ci concentriamo ora su una di queste fonti: l’Adverse Event Report.
Tutti i sistemi sanitari nazionali organizzati, hanno un meccanismo di raccolta informazioni sugli effetti negativi di farmaci, alimenti, fonti di inquinamento (ambiente), etc, chiamato appunto Rapporti sugli Eventi Avversi, che permette di monitorare ogni effetto negativo (in realtà: inaspettato).
Perché parliamo ora degli AE? Principalmente per due motivi:
- Perché sono stati utilizzati per definire che l’ecig non è dannosa nel medio termine
- Per vedere come vengono utilizzati normalmente in ambito medico/scientifico e rispondere alla nostra domanda n. 3
Innanzitutto: sapete chi è il più grande detrattore, a livello mondiale, dell’ecig? No, non è Giorgetti e non è nemmeno l’Organizzazione Mondiale della Sanità, per quanto stiano lottando per raggiungere il primo posto.
Si tratta del Prof. Stanton Glantz. Chi è? Sempre da Wikipedia: “American Legacy Foundation Distinguished Professor of Tobacco Control, and Director of the Center for Tobacco Control Research and Education at the University of California, San Francisco (UCSF) School of Medicine.”
Se volete saperne di più sul nostro eroe, vi consiglio di leggere i blog linkati qui a sinistra.
Bene, nella sua campagna atta a dimostrare che il fumo passivo è la causa di tutti i mali del mondo e che vietando di fumare in ambienti dove si trovano i non fumatori, ci sarebbero effetti immediati sulla salute di quest’ultimi, ha prodotto un bellissimo pezzo di Epidemiologia.
Prendendo come campione i Casinò del Colorado, ha presentato uno studio dove dimostra che le chiamate di ambulanze da parte dei Casinò, sono diminuite dopo aver introdotto il divieto di fumo. La sua conclusione quindi è che l’introduzione del divieto di fumo ha avuto effetti immediati sulla salute dei cittadini che frequentano i Casinò.
Peccato che, andando ad intersecare i dati con quelli relativi ai frequentatori dei casinò, si nota che contemporaneamente si sono ridotti a causa, appunto, del divieto di fumo. In sostanza, il minor numero di chiamate alle ambulanze, era semplicemente dovuto al minor numero di clienti nei casinò e non per l'assenza di fumo passivo.
Vedete quindi come sia possibile, pur partendo da un insieme di dati validi, usare l’epidemiologia per fare quella che viene comunemente chiamata scienza-spazzatura (junk-science).
Torniamo ora alla nostra domanda numero 3: come vengono usati gli studi a lungo (ma anche a medio) termine per decidere cosa è bene per la nostra salute e cosa no? Visto che non siamo ricercatori, ma nemmeno ministri della sanità, dovremo basarci su come si sono comportati, si comportano e si comporteranno questi signori che hanno molta più esperienza e molte più conoscenze di noi.
Caso n. 1: L’hamburger prodotto con le staminali. Vero, hanno detto che ci vorranno 10 anni per perfezionarlo, nel frattempo ne studieranno la tossicità, inizieranno i test sulle prime cavie, ops! L’hanno già fatto! (quanto mi piace l’idea di usare i giornalisti come cavie!) ma tra dieci anni inizieranno seriamente i test a lungo termine. Altri 20 anni se ne vanno così, quindi lo troveremo da McDonalds solo tra 30 anni!
Ah, dite che non è così? Va bene! Sto ipotecando il futuro. E sto pure mettendo in dubbio le buone intenzioni di tutti questi signori che pensano, prima di tutto, alla nostra salute.
Caso n. 2: Le bevande energetiche. Se la RedBull è stata introdotta in commercio nel 1987, gli studi a lungo termine devono essere iniziati prima del 1967! D’altronde, era la prima volta che una sostanza chiamata “taurina” veniva utilizzata a scopi alimentari. Non esistevano certamente studi pregressi (come quelli che abbiamo su: nicotina, glicole e glicerina) disponibili. Nessun ente sanitario ne avrebbe permesso l’introduzione in commercio senza studi sugli effetti a lungo termine. Vero?
Caso n. 3: Le bevande energetiche (ancora) a base di Caffeina e la Sigaretta Elettronica. Vi ricordate gli AE? L’FDA Americana è così gentile da rendere disponibile il Database di tutti gli Adverse Effect Reports che le sono stati inviati, anche gli inglesi fanno altrettanto, anche gli italiani (ops! Pensavo di scrivere un romanzo fantasy). Bene: accontentiamoci dei primi due. Prendiamo quindi il Database dell’FDA, il quadriennio 2009-2012 e guardiamo alcuni dati interessanti:
Numero decessi correlati a Bevande a base di Caffeina: 16
Numero decessi correlati all’uso di Sigarette Elettroniche: 0
Benissimo! Sicuramente l’FDA sarà impegnata a ritirare dal mercato le bevande energetiche a base di caffeina informando tutti i cittadini americani che queste bevande sono molto più dannose delle sigarette elettroniche! No?
Caso n. 4: Lo Champix (o Chantix) della Pfizer. Molti di voi conoscono questo miracoloso anti-depressivo che ha come effetto collaterale la diminuzione del desiderio di fumare. Effetto che è considerato talmente significativo da commercializzare il prodotto non più come anti-depressivo, bensì come metodo per smettere di fumare. Incidentalmente, questo prodotto ha un secondo effetto collaterale: l’insorgere di istinti suicidi (e, a volte, omicidi)!
Passiamo nuovamente i database degli AE, e scopriamo che negli USA ci sono circa 300 casi registrati di morti (principalmente suicidi) a causa dell’uso di questo farmaco. In Inghilterra ne hanno registrato oltre 200. In Italia? Boh!
L’hanno quindi tolto dal commercio? No, hanno semplicemente detto che: “i dati in loro possesso non sono sufficienti per bloccarne la vendita e che decideranno in futuro quando nuovi dati saranno disponibili”. Vi ricorda qualcosa questa frase? Magari usata per “proibire” la vendita di qualcosa?
Concludendo:
Se per noi il concetto di “studi a lungo termine” ha un significato, per loro ne ha un altro ed è completamente diverso dal nostro. Per loro non è molto diverso da: “antigelo” oppure “acqua nei polmoni” oppure “metalli pesanti” e così via. Per loro, è sempre valida la filosofia epidemiologica del Prof. Glantz: “prima decidi cosa vuoi dimostrare, poi trova la ricerca che lo dimostra”.
Mi sento preso in causa :D
RispondiEliminaArticolo ottimo ed esaustivo come sempre!
-mats
Veramente complimenti. Bellissimo articolo.
RispondiEliminaEsperienza personale diretta:un mio amico ha fatto uso del champix,per alcuni mesi,devo dire senza tema di smentita,che in più di un'occasione mi sono trovato in seria difficoltà a confrontarmi con lui.Almeno in un paio d'occasioni ho temuto per la mia incolumità fisica.Una volta smesso l'uso,su consiglio di un suo cugino che ne sapeva...,i nostri rapporti sono tornati normalissimi.In seguito il tormentone tra di noi era diventato questo,rivolgendoci anche ad altri conoscenti,sei normale o prendi il champix?
RispondiEliminaIo sono sconvolto come una cosa del genere possa rimanere il commercio e sono affranto per quelli che ne fanno uso senza conoscerne gli effetti!
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