di Svamp
E' di questi giorni la notizia
che il governo australiano, da tempo in prima linea nella lotta dura contro il
tabagismo, intenderebbe incoraggiare l'uso della sigaretta elettronica allo
scopo di stroncare definitivamente il pernicioso vizio.
Un provvedimento,
questo, che sembra in controtendenza rispetto alle campagne denigratorie che in
molti paesi, soprattutto l'Italia, hanno visto sciorinare dati di ogni tipo,
scientifici e pseudo tali, mescolati ad
arte e suscettibili di ogni interpretazione.
Quindi sembrerebbe opportuno
rallegrarsi dell'iniziativa: a qualcuno alla fine viene in mente che la
sigaretta elettronica sia un buon palliativo, un'alternativa molto meno
cruenta, utile alla cura di una dipendenza che costa annualmente milioni di vite.
Tuttavia un ragionamento si impone. Siamo ormai abituati da tempo alle crociate
di ogni tipo verso quello che assumiamo: contro i grassi, contro gli zuccheri,
contro le bevande gassate o quelle contenenti sostanze che danno dipendenza,
come thè o caffè. Questo o quello fanno male, spesso lo si scopre di botto e
partono i servizi allarmistici.
Gli animali sono soggetti a malattie che si
trasmettono all'uomo, allora smettiamo di mangiare pollo, manzo, maiale, oppure
si trovano sostanze nocive in qualche alimento che immediatamente è escluso
dalle diete, per non parlare delle coltivazioni transgeniche che attentano
perfino alle sicurezze dei vegetariani.
La ricerca della purezza, del corpo
incontaminato, magari sempre giovane e bello, fa parte di un mito umano. Nella realtà quotidiana siamo sommersi di
sostanze nocive e tornare alle caverne poco servirebbe dato che nel neolitico,
epoca senza inquinamento, l'età media era di 25 anni.
Ma la paura della nostra
stessa civiltà e il desiderio di una perduta (o mai esistita) età dell'oro
fanno sì che il mito funzioni sempre.
Accanto a una stampa sensazionalista che
fa leva sugli istinti umani meno controllabili, soprattutto la paura,
l'aggressività, l'invidia, la competizione, si nota sempre di più la presenza
di un ruolo paterno e tutelare da parte degli stati. Riesumando antiche
attitudini, tanto care alle dittature lo stato si interessa della salute fisica
dei suoi cittadini, vietando tutto ciò che sembra nocivo.
E' recente la perduta
battaglia contro le bevande gassate che negli States non è passata e quella
contro le bevande alcoliche che in Turchia è invece passata causando la prima
scintilla di una rivolta che poi si è focalizzata su Gezi Park.
Lo stato vuole
difenderci, preservando la nostra purezza, come il babbo geloso delle fiabe che
rinchiude la figlia fanciulla in una torre da dove il primo avventuroso
senz'altro la rapirà. Lo stato, o almeno alcuni stati, vorrebbe cittadini belli
sani giovani forti; in alternativa lo stato, o almeno alcuni stati, si accontenta
di averli brutti cattivi e viziosi ma tassati per punirli di non essere
all'altezza.
Insomma o protetti o puniti, secondo un sistema fatto di buoni
sentimenti e di cattiva coscienza, il tutto condito da retorica e da ben (o
mal) congegnate campagne stampa. "Qualsiasi sciocchezza ripetuta tre volte
si trasforma in una verità" sentenziava Goebbels quando era ministro di
Hitler.
Questa intuizione si è trasformata nei successivi regimi democratici in
pubblicità e informazione, campagna elettorale e politica, inchiesta e
crociata. Non importa che sia vero o no, qualsiasi cosa può essere sostenuta.
Ma torniamo alla realtà e alla sigaretta elettronica. Ha ragione o no il
governo australiano a pensare che la e-cig sia un'alternativa alla sigaretta e
a volerla incoraggiare? Probabilmente sì. Ma non è questo l'importante.
Ciò che
conta è che uno stato (qualsiasi stato) abbraccia una verità (qualsiasi verità)
e la impone ai propri cittadini. E, anche se ha ragione, il sistema è dubbio.
Sappiamo ormai che il tardo capitalismo è alla frutta e che il potere economico
si sta radunando in poche mani, come in una specie di neo-feudalesimo.
Non ci
illudiamo certo di poter contrastare tendenze planetarie. Ma almeno possiamo
tentare di mantenere vigile e attiva la nostra consapevolezza che, sola, può
risparmiarci di cadere nel raggiro.
Molte sono le cose che fanno male e noi le immettiamo nel nostro fragile corpo. Non si può evitarlo neanche tornando alle caverne. Possiamo solo essere selettivi
e cercare con il nostro comportamento di evitare guai peggiori.
Forse il
governo australiano ha ragione; il nostro che tassa la soluzione del problema è
invece stupido e cattivo. Ma sia il nostro che quello australiano seguono la
stessa procedura mentale, quello di una verità, vera o presunta, che cala
dall'altro cercando di togliere a noi il disturbo di pensare. Allora no,
grazie.
Dite quello che volete, che è bianco, che è nero e forse domani direte
tutto il contrario. Ma io voglio avere la libertà di scegliere, e di sbagliare,
per conto mio. La libertà della persona non è un optional.