Libera traduzione da: SpringerLink – Editoriale di Bernd Mayer – Department of Pharmacology and Toxicology, Karl-Franzens
University – Graz – 4 Oct 2013
Su SpringerLink è
apparso recentemente un editoriale di Bernd Mayer dell’Università di Graz. Il
documento originale è disponibile qui. Obiettivo del Dott. Mayer era quello di
tracciare l’origine del parametro di tossicità della nicotina, alla luce di
casistiche molto contrastanti con quanto conosciuto finora.
E’ ritenuto che l’LD50
(Lethal Dose 50%, dose che ucciderebbe il 50% dei soggetti) della nicotina sia
per l’uomo di 60mg o meno (da 30 a 60mg). Su maschio adulto di 75kg, la dose
letale viene espressa come 0,8mg/kg; cioè 0,8mg per chilogrammo di peso
corporeo. Tale livello è in contrasto con tutte le sperimentazioni fatte sugli
animali dove le dosi letali variano dai 3,3mg/kg per i topi, fino ai 50mg/kg
dei ratti.
Sebbene una LD50
di 0,8mg/kg implichi che la tossicità della nicotina sia simile, se non
superiore, a quella del cianuro, i casi di intossicazione da nicotina sono
relativamente rari e si conoscono un numero molto più elevato di soggetti che
sono sopravvissuti a dosi di nicotina ben superiori ai 60mg. L’esempio più eclatante
è stato un tentativo di suicidio con 4 grammi di nicotina (seppur la quantità
biodisponibile sarà stata sicuramente inferiore a causa del vomito) ma sono
stati riportati svariati casi di ingestione di gomme alla nicotina o tabacco,
con dosi fino a 6mg/kg senza causare la morte. Questi e molti altri rapporti,
sono difficilmente compatibili con una dose letale di 60mg o meno.
Le analisi sui
casi disponibili di mortalità da nicotina suggeriscono un limite inferiore di
concentrazione nel sangue di 2mg/L, corrispondente ad una concentrazione
plasmatica di 4mg/L. Una concentrazione che è 20 volte superiore a quella
prodotta da una dose di 60mg. Una stima prudente porterebbe quindi a dosi
letali minime di 500 – 1000mg, che risulterebbero in una LD50 di 6.5
– 1.3mg/kg. Tali valori sono peraltro in linea con i livelli di tossicità
riscontrati nei cani, animali che hanno una risposta alla nicotina simile agli
esseri umani.
* * *
La forte
differenza tra dose letale comunemente riconosciuta ed i valori riscontrati nei
casi di avvelenamento da nicotina, ci fa porre una domanda: Da dove arriva
questo valore di 60mg?
I risultati delle
ricerche sui testi scientifici disponibili e su Internet, portano a referenze
circolari o fuorvianti senza arrivare ad una fonte ben precisa. Controllando la
letteratura scientifica tedesca del periodo anteguerra, si trovano riferimenti
ad un manuale scritto nel 1906 da Rudolf Kobert, un rinomato farmacologo e
pioniere della tossicologia in Germania.
Su questo libro
troviamo scritto: “…in base ai gravi
sintomi riscontrati in parecchi esperimenti [con somministrazione di] 0,002 –
0,004g di nicotina (2 – 4mg), la dose fatale non può essere superiore a 0,006g
(60mg)”
E’ oramai
appurato che questo breve paragrafo, scritto più di 100 anni fa, è l’origine
della dose letale di nicotina che utilizziamo ancora adesso. Ma quali sono
questi “esperimenti” di cui si parla? Nel suo libro Kobert parla di
auto-esperimenti eseguiti da Dworzack e Heinrich e riportati nel manuale di
farmacologia di Carl Damian von Schroff del 1856.
Per i dettagli di
questi esperimenti di oltre 150 anni fa, rimandiamo al documento originale e
linkato a questo testo.
E’ comunque
curioso notare che già 1995 (Matsushima et al.) e nel 2005 (Metzler et al.)
abbiano pubblicato testi che riportavano questa discrepanza tra dose letale
“ufficiale” e valori riscontrati nei casi di avvelenamento. Nondimeno, questo
valore è ancora alla base di tutta la tossicologia mondiale per la nicotina.
La Nicotina è un
composto tossico che deve essere maneggiato con prudenza, ma i frequenti avvisi
di potenziale avvelenamento causato dall’ingestione di piccole quantità di tabacco
o di soluzioni contenenti nicotina diluita, sono ingiustificati e devono essere
rivisti alla luce delle prove schiaccianti che ci dicono che servono più di
500mg di nicotina ingerita per uccidere un adulto.