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21 settembre 2014

Contenuti


21 Settembre 2014
Vittime di una guerra non nostra

25 Aprile 2014
gateway to sex addiction?
Analisi della nuova Direttiva europea e dell’imbroglio a base di comunicati stampa

15 febbraio 2014
Dietro le quinte di uno "strano" incontro


1 Febbraio 2014
AAMS: retaggio storico, carrozzone moderno
Spunti e suggerimenti per la spending review


30 Novembre 2013
Tossicità della Nicotina: tutto da rifare?
Auto-somministrazione: la ricerca scientifica nel diciannovesimo secolo. E oggi?


23 Settembre 2013
Anche la libertà è un optional
Australia: un paese libero?

8 settembre 2013
Com’è difficile disinformare (sigh!)

27 agosto 2013
per rilassarci ridendo...

25 agosto 2013
quando l'ipocrisia non ha confini

20 agosto 2013
predicare bene, razzolare male

16 agosto 2013
la corruzione non è un fenomeno soltanto italiano

14 agosto 2013
Iniziativa europea per la libertà di svapo

14 agosto 2013
e noi scriviamo a lei. Ma chi legge?

10 agosto 2013
ma anche di quelli a breve…

08 agosto 2013
Ci state prendendo in giro?

15 giugno 2013
bene o male, purché se ne parli

03 maggio 2013
a volte, emerge il buonsenso. Poi affonda di nuovo

24 marzo 2013
Quando i conti non tornano

17 gennaio 2013
Si, ma a chi?


Casualties

Sigaretta Elettronica: Sigaretta, Sigaro, (Cigarette, Cigar) … In lingua Maya la parola “sikar” significa “fumare”. Ed ecco quel nome, che rappresenta l’opposto di quanto vogliamo comunicare, ancora utilizzato da gran parte del nostro mondo. Gli antichi greci forse l’avrebbero chiamata “asigaretta” (alfa privativa), per indicare che rappresenta proprio il contrario della sigaretta stessa.

Quindi “Sigaretta=Fumo”. Eppure queste due parole le troviamo nelle pubblicità, nel linguaggio comune e perfino nei nomi o sigle delle associazioni di categoria.

Sarebbe però sbagliato pensare che un tale errore di comunicazione sia la fonte principale dei nostri problemi. Certo: i “nemici” si sono appellati a questo termine per accomunare il prodotto alla sigaretta combusta, ma non è certamente il problema principale.

Il moderno modello d’impresa, soprattutto nel mondo della tecnologia, prevede la presenza di pochi grossi players e di piccoli innovatori il cui unico scopo è di farsi poi acquisire a suon di milioni se non miliardi.

I maggiori investimenti economici rimangono comunque nell’acquisizione di portafogli di brevetti (vedere per esempio: Microsoft->Nokia, Google->Motorola) che non nella vera ricerca e sviluppo per l’innovazione tecnologica. L’innovazione costa tempo, acquisire migliaia di brevetti è molto più veloce. Anche se costa di più, permette di entrare velocemente sul mercato.

Arriva però questo prodotto strano: la sigaretta elettronica. Nata in Cina (parliamo ovviamente dei modelli commercializzati) e snobbata da tutti al punto che ha potuto crescere e prosperare all’interno dell’area industriale di Shenzhen senza incontrare grossi ostacoli. Fino al momento in cui ha iniziato ad intaccare i redditi dei “big”.

Ma una tecnologia che nasce e cresce in Cina non risponde alle stesse regole di protezione intellettuale garantite dal sistema dei brevetti presente nei paesi occidentali. Inoltre, l’inerzia dei big durante i primi anni di sviluppo, ha favorito il moltiplicarsi di queste aziende e renderebbe proibitivo qualsiasi tentativo di acquisizione di massa. La semplicità e la riproducibilità della tecnologia stessa, renderebbe vano qualsiasi forma di protezione a posteriori.

Parlavamo di redditi dei big. Sbagliato pensare che Big Tobacco sia stata la prima a soffrire di tale impatto sui redditi. E’ stata invece Big Pharma che ha visto calare drasticamente la vendita dei suoi prodotti. Per capire meglio, vale la pena fare un passo indietro.

Durante gli anni ’80 Big Pharma aveva incassato una vittoria significativa quando era riuscita a far definire dalle organizzazioni sanitare che il fumo era una “patologia”. Che facesse male si sapeva oramai da tempo, ma questa definizione apriva loro le porte per introdurre sul mercato farmaci e prodotti per “curare” tale patologia. Cosa che, senza tale definizione, sarebbe stata molto più difficile (ironia della sorte, uno dei loro primi prodotti era proprio una sigaretta elettronica, poi abbandonata a causa del libero mercato).

Ma non erano i 2 miliardi di dollari annui in vendite di prodotti per smettere di fumare, che avrebbero potenzialmente potuto moltiplicare per 10, il vero interesse di Big Pharma. Il loro vero obiettivo era di avere un controllo riservato all’industria farmacologica della Nicotina. Questa sostanza, priva degli effetti negativi del fumo, si era già da tempo dimostrata un valido ed efficace rimedio per tutta una serie di malattie cardiovascolari, per l’Alzheimer e per il Morbo di Parkinson. Essendo però una molecola presente in natura, e quindi non brevettabile, avevano bisogno di poterla controllare senza che fosse liberamente disponibile sul mercato.

I loro tempi di pianificazione e reazione sono particolarmente lunghi, pianificano i mercati sul lungo termine, creare la “domanda” nel campo sanitario non è così semplice e veloce (se escludiamo alcuni casi quali le influenze stagionali). Nel contempo però, questo prodotto che avevano guardato con aria di sufficienza e fastidio, ha iniziato a toccare i redditi dell’altro player: Big Tobacco.

Se il mondo farmacologico ha il suo più grosso alleato nel sistema sanitario, il mondo del tabacco vive in sinergia con un alleato ancor più potente: il sistema fiscale. Già due anni fa gli analisti finanziari (Wells Fargo ed UBS in primis) avevano previsto che nel giro di 10 anni questo prodotto avrebbe superato il tabacco tradizionale in termini di consumi. Cosa fare quindi, prima di vedersi diminuire drasticamente il fatturato?

Ecco allora le prime acquisizioni di aziende del settore, Lorillard è stata la prima seguita a ruota da altri, mentre alcuni cercavano di spaiare il gioco. Dapprima BAT che sta ancora tentando di far approvare i prodotti di una sua controllata come medicinali, dall’altro JTI e PM e entrano nel mercato con la nuova categoria “NoBurn”. Prodotti che, pur essendo presumibilmente a minor danno, hanno il vantaggio di essere comunque a base di tabacco e quindi gestibili facilmente con il loro alleato “fisco”.

La guerra tra questi due big si sta giocando senza esclusione di colpi e muovendo tutte le pedine possibili. Esempio lampante di questa battaglia è stata la nuova Direttiva Europea sul Tabacco: Una prima versione decisamente a favore di Big Pharma, seguita da un’altra che lasciava molti più spazi ad altre aziende (tabacco e non). Se la prima versione della TPD ha visto le fulminee dimissioni dell’allora Commissario alla Salute John Dalli (accusato di aver chiesto tangenti), la nuova versione ha causato l’apertura di un’inchiesta da parte dell’Ombudsman europeo nei confronti di Barroso (attualmente in corso).

E noi? 

Come in tutte le guerre che si combattono ogni giorno, anche in questa ci sono “vittime civili”. Casualties le chiamano eufemisticamente gli anglosassoni. Noi siamo le “casualties” di questa guerra tra due grossi eserciti. Vero: anche noi stiamo combattendo, contro entrambi gli eserciti, con le nostre fionde ed i nostri sassi. A volte aiutiamo l’uno, a volte l’altro. Ogni tanto diciamo: meglio con “x” che con “y”. Senza magari renderci conto che “x” ci schiaccerà con i suoi carri armati se solo oseremo camminare sulla sua strada.

E’ vero, stiamo crescendo di numero, iniziamo a farci conoscere malgrado le forti difficoltà. Ma non possiamo combattere questa guerra schierandoci dall’una o dall’altra parte. Dobbiamo coalizzarci e far valere le nostre ragioni agli alleati dei nostri nemici (politici, organizzazioni sanitarie, stati, …) che pur avendo un ruolo da arbitro, non hanno avuto nemmeno il pudore di rimanere neutrali.

Questo è EFVI. La nostra arma migliore per farci ascoltare, per far sentire le nostre ragioni. EFVI raccoglie tutto il mondo dello svapo presente sul territorio europeo, per rappresentare le nostre ragioni alla Commissione ed al Parlamento. Aiutiamo EFVI a crescere ed aiutiamo noi stessi a sopravvivere (e magari vincere) questa guerra che non abbiamo iniziato ma non vogliamo assolutamente perdere!

Aiutaci e fai firmare da più persone possibile l’iniziativa dei cittadini europei EFVI