8 settembre 2013

LaCiambella.it

Sulle analisi di laboratorio dell’università Federico II di Napoli avevamo già detto tutto 3 mesi fa. E sinceramente pensavamo non ci fosse più nulla da dire. Ed invece no! Non contenti della figuraccia rimediata in Giugno, ecco che gli scienziati de laciambella.it ci riprovano. Con risultati tutt’altro che positivi (per loro).

“Troppi metalli pesanti” hanno titolato. E subito il loro ufficio PR (probabilmente l’unico ufficio che funziona bene) ha inviato prontamente l’anticipazione del servizio alle agenzie di stampa. Dopo l’esperienza precedente però, qualcuno ha pensato bene di non farsi coinvolgere. Non si sono infatti visti commenti da parte dell’Istituto Superiore di Sanità ma, soprattutto, questa volta nessun Procuratore è andato a raccogliere i risultati delle loro analisi. “Una figuraccia basta e avanza” avranno pensato.

Nella foga di voler fare lo scoop del secolo, questa volta sono stati analizzati i liquidi dei maggiori produttori italiani. Ma la cosa si è ritorta contro di loro. Confrontando i valori rilevati, con le dosi medie giornaliere previste dalle normative italiane ed europee, risulta che i liquidi sono al di sotto dei limiti di decine, se non centinaia, di volte.

“PUFF 400 VOLTE PIU’ PURO”, titola pomposamente l’home page di PuffCigarette che mette a confronto una Sigaretta Elettronica con una bottiglia d’Acqua, e citando l’università Federico II di Napoli come fonte dell’informazione. “Le analisi confermano che i liquidi per sigaretta elettronica Ovale non sono nocivi e tutti i valori sono ben contenuti nei limiti previsti dall’ISS, come è facilmente riscontrabile dalle tabelle pubblicate. Bisogna essere in malafede per dichiarare qualcosa di diverso” risponde Ovale Europe. Ci aspettiamo che di pari passo anche gli altri produttori se ne escano con affermazioni simili.

In pratica, si sono ritrovati delle analisi estremamente favorevoli alla Sigaretta Elettronica e per giunta pagate da qualcun altro! Nemmeno nei loro sogni migliori si potevano immaginare una cosa simile.

Dicevamo che molti hanno pensato bene di non farsi coinvolgere. Molti ma non tutti. Il premio “Boccalone d’Oro” della settimana, va infatti a Carlo Rienzi, presidente del Codacons. “Vanno ritirati dal commercio”  ha subito tuonato.

La patologia di cui probabilmente soffre, è chiamata: “Sindrome da Comunicato Stampa Precoce” e si caratterizza con la necessità di emettere comunicati stampa nel più breve tempo possibile, senza nemmeno sapere di cosa si sta parlando. Questa patologia è abbastanza diffusa in Italia. Ricordiamo il caso più eclatante di Comunicato Stampa Precoce che arrivò ad immaginare l’esistenza di un Tunnel sotterraneo tra Ginevra ed il Gran Sasso, negli Abruzzi. Quel caso provocò anche un parziale intasamento di Twitter con l’hashtag #tunnelgelmini.

Speriamo che questa volta non succeda nulla e che l’hashtag #svapalacqua non provochi conseguenze ancor più disastrose.


Il commento

di Svamp

Rimane comunque lo sconcerto di fronte al pressapochismo del sistema mediatico italiano che per quel che riguarda lo svapo è ormai giunto a livelli grotteschi.

L'importante è raccattare quel che si trova e confezionare un polpettone di dati qualche volta affidabili, più spesso inaffidabili, quasi sempre misti; una volta aggregato il tutto lo si spara in video, su carta, sul web e ovunque si possa.

E se all'indomani ci saranno altri dati in contraddizione con i precedenti si rifarà lo stesso, tanto nessuno si ricorda quel che era stato scritto il giorno prima, con la scusa che la notizia è effimera. Nessuno ricorda. Pochi leggono, chi scrive non riflette su cosa scrive e tutto sommato gliene importa poco.

L'importante è il sentimento di paura che viene comunque veicolato, un senso di allarme verso qualcosa, prima il manzo, poi il pesce, poi il pollo, infine la frutta, la verdura, il latte e così via. Chi o che cosa sta dietro questi stati di allarme? Qualche volta c'è la realtà di un mercato cinico, in qualche caso le rivalità di settore.

Ma una cosa la si è capita. Se la stampa divulgasse dati davvero inoppugnabili o almeno si impegnasse in indagini serie che tenessero conto di tutti i dati disponibili, non ci sarebbe di che dubitare. Ma finché il sensazionalismo allarmistico va per la maggiore avvalendosi del sistema del comunicato stampa precoce e del suo potere di "colpire" in modo che il pubblico ricordi chi ha fatto lo scoop, non si può far altro che diffidare.

Nel campo della sigaretta elettronica si è scatenata una guerra perché la posta in gioco è alta. E i mezzi di comunicazione, soprattutto quelli di infimo livello, sono in mano a chi la vuole eliminare.

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