15 giugno 2013

Quando la “Verità” è un optional

Da un’analisi eseguita presso l’università Federico II di Napoli su alcuni campioni di liquidi per sigaretta elettronica, è emerso la presenza di significative quantità di metalli pesanti tra cui Rame, Nickel, Cadmio e Piombo. La notizia è stata riportata dai media ed il Proc. Guariniello ha aperto un fascicolo.

Questo è l’antefatto. La verità, incontrovertibile, è che il livello di metalli pesanti rilevati nei campioni di liquidi, ad eccezione dell’arsenico in uno di essi, è inferiore* alla dose limite giornaliera stabilita dalla Farmacopea Americana (USP) per i medicinali da inalazione. Punto.


Ma la verità, nella giornata di Giovedì 13 e fino alla fine della trasmissione di Canale5, è stata l’unico assente dalla discussione. Eppure non era lontana, distava pochi click sul browser, bastava ricordarsi che una ricerca simile (e probabilmente più precisa) era stata effettuata pochi mesi fa in America. Invece no!


La sensazione, all’inizio della trasmissione, era di profondo imbarazzo. Non era in agenda uno scoop simile e nessuno sapeva cosa dire. O meglio: nessuno sapeva che in realtà non c’era nessuno scoop.

Leggerezza, voglia di sensazionalismo, di finire in “prima pagina”, moda, tutto questo indubbiamente era presente quel giorno. Ma è stato un altro elemento ad emergere con prepotenza: la scarsa professionalità di tutte le persone coinvolte. Assenza di professionalità che, da parte di persone che lavorano in questi ambiti già da qualche anno, è totalmente ingiustificabile.

Doverosa un'altra premessa: Durante il dibattito si è parlato di “assenza di normativa specifica”, vero fino ad un certo punto. Gli operatori del mercato hanno scelto fin dall’inizio di aderire alle normative farmacopee: PhEur ed USP. Non si sono adagiati nei limiti stabiliti dalle normative alimentari, hanno voluto utilizzare normative più stringenti ed usano queste anche come strumento di comunicazione e marketing.

Vediamo quindi, uno per uno, dove hanno probabilmente sbagliato gli attori coinvolti in questa storia:

Il Laboratorio
Il laboratorio di analisi è quello che probabilmente ha meno colpe. Il loro mestiere è analizzare sostanze di vario genere, rilevare la presenza di impurità e quantificarle. Conoscere i limiti di presenza di tali sostanze nei prodotti farmacologici non rientra nelle loro competenze. Sono abituati ad analizzare le acque, gli alimenti, etc. La quantità di inquinanti in un litro d’acqua è per loro uguale alla quantità di inquinanti misurata in un litro di eliquid.

Non si sono però posti il problema che in un anno una persona beve 1000 litri d’acqua e si svapa solo mezzo litro di eliquid. Era il numero assoluto che per loro contava, senza rendersi conto del fatto che stavano lanciando un messaggio completamente sbagliato.

Edit: leggo ora un altro articolo (guarda caso sempre sul Salvagente) in cui un “esperto” dell’università in oggetto chiede che le ecig vengano trattate come farmaci. Posizione precostituita? Conflitto di interessi? Siamo sicuri che le analisi siano veramente “indipendenti”?

Il Giornalista
Ricordo i tempi (in realtà ricordo solo i film) in cui il mestiere del giornalista era: verificare, verificare, verificare. Tutto questo è oramai scomparso da tempo, una professionalità perduta. Ai vecchi tempi, un giornalista avrebbe preso i dati ed avrebbe consultato altri esperti, estranei alla ricerca, per verificare la congruenza dei risultati.

Ai tempi d’oggi può essere sufficiente anche una ricerca su Internet: Quali sono i limiti massimi di tali inquinanti? Sono già state fatte ricerche simili? A quali risultati hanno portato? Nulla di tutto ciò, ovviamente! E’ più importante uscire velocemente con la notizia, vedere il proprio nome citato come “fonte” su tutti gli altri mezzi di comunicazione, anche a costo di qualche imprecisione. Ma che diamine! I risultati sono talmente evidenti che non sarà qualche decimale a cambiare le cose. O no?

Il Procuratore
Non diversamente dal giornalista, una prima verifica sul fatto che questi numeri fossero veramente “preoccupanti” andava fatta. Per carità, suo diritto aprire un fascicolo appena ha notizia di un possibile reato (la notizia dovrebbe però essere veritiera), ma un controllo sui numeri prima di convocare i giornalisti per comunicare la cosa, era doveroso.

La Dottoressa
Non pretendo che la Dottoressa, per il ruolo che ricopre, conosca a memoria i limiti massimi degli inquinanti nei prodotti farmacologici (o forse dovrei pretenderlo), ma una telefonata ad un suo collaboratore avrebbe probabilmente risolto il problema nel giro di pochi minuti. Anche qui, invece, nulla. Faccia sorpresa e profondo imbarazzo “verificheremo...”.

No, non è quello che mi aspetto da chi deve consigliare il legislatore su cosa fare. Mi sarei invece aspettato una posizione del tipo: “non possiamo commentare articoli giornalistici ed analisi fatte fuori dal nostro controllo e dai nostri parametri…” ma, nulla di tutto questo.

L’Amministratore Delegato
Da un’azienda che si vanta della qualità dei suoi prodotti, dell’italianità dei suoi liquidi, mi sarei però aspettato qualche conoscenza più approfondita. I chimici che preparano questi eliquid, dovranno per forza conoscere le regole della Farmacopea Ufficiale. Anche qui, bastava un colpo di telefono al chimico per avere le risposte. Invece…

Gli Sciacalli
Poi… in TV, nei giornali ma anche nei forum, abbiamo assistito ad una inelegante attività di sciacallaggio. Vedete: sono i liquidi degli altri ad avere problemi, i nostri sono sicuri, e così via. No, difendere gli interessi dell’intero mercato e soprattutto degli utenti, non è il problema primario. Difendere il proprio orticello, insomma! “Mors tua, vita mea” è la regola base.
Mai come questa volta abbiamo apprezzato il silenzio di chi è stato zitto!

Conclusioni:
E’ evidente che ci troviamo di fronte ad un mercato fortemente immaturo. Tutte le componenti (commerciali, tecniche, normative, informative e perfino giudiziarie) si muovono su ondate emotive scatenate da qualsiasi cosa venga detta. Meglio se ad impatto emotivo negativo.
Negli stessi giorni era stata presentata la ricerca sulla citotossicità delle ecig: quasi 800 volte meno citotossiche delle sigarette tradizionali. Impatto sui media? Praticamente nullo!


*Note:
1) Il valore del Cadmio nei liquidi Dekang si avvicina al limite USP
2) La tabella USP non riporta limiti per lo Zinco