15 febbraio 2014

Incontro MEF/AAMS – 12/02: Cosa non è stato detto

Leggendo le relazioni di alcuni partecipanti all’incontro con il Ministero dell’Economia e Finanze ed AAMS a cui hanno partecipato Anafe-Confindustria, Fiesel-Confesercenti, LIFE-Federcontribuenti ed altre persone, emergono alcuni dati interessanti. In particolare è stato riportato:
  • Nessuna disponibilità ad autorizzare un mercato che non sia controllato dai Monopoli di Stato.
  • Disponibilità ad escludere l’hardware dalla tassazione.
  • Chiusura totale verso la non tassazione dei liquidi senza nicotina.
  • Ipotesi di creazione di una nuova categoria merceologica che non sia né farmacologica né sotto la direttiva sui tabacchi lavorati.
  • La nuova categoria dovrà includere anche i nuovi prodotti che si affacciano sul mercato quali le “cialde”.

Le analisi sull’impatto di queste posizioni sul mondo dell’ecig, sono già state valutate ed esposte nei report delle associazioni presenti all’incontro. Cos’altro c’è quindi che non è stato detto? In realtà, malgrado l’argomento fosse la sigaretta elettronica, in quell’incontro si stava parlando anche d’altro.

E’ in quella definizione di nuovi prodotti, chiamati poi da AAMS come tipologia NoBurn (cioè a base di tabacco non bruciato) e di cui fanno parte le famose “cialde”, che si nascondeva forse il vero obiettivo della revisione della legge sulle ecig.

Vediamo intanto cosa sono questi nuovi prodotti: La prima ad affacciarsi sul mercato, con vendite sperimentali a Milano e Roma, è la Ploom della Japan Tobacco International. Dal punto di vista funzionale non si differenzia molto dai vaporizzatori di erbe quali Apex e Cera. Il tabacco (polverizzato) è però inserito in capsule tipo Nespresso assieme a glicole propilenico, glicerina ed aromi.

Il secondo prodotto, non ancora disponibile, è in fase di realizzazione nella nuova fabbrica di Bologna della Philip Morris. Le prime indicazioni parlano di carta prodotta partendo da cellulosa mescolata a tabacco polverizzato, glicerina ed aromi. Da tale carta vengono poi ricavate le cartucce per i vaporizzatori.

Tutti questi nuovi prodotti hanno però un problema: essendo a base di Tabacchi Lavorati, sono automaticamente sottoposti ad accisa del 58,5% e quindi meno concorrenziali dei liquidi per vaporizzatori in regime di tassazione normale.

Ecco quindi l’idea di creare una nuova categoria merceologica in cui far confluire questi prodotti e gli eliquids, sottoponendoli a tassazione omogenea. Peccato che tale operazione sarebbe probabilmente contraria alla legge italiana ed europea sui tabacchi lavorati. Però ci provano lo stesso!
Inoltre il Prof. Polosa ha subito ricordato che su tali prodotti non esistono ancora studi che dimostrino quanto siano sicuri rispetto alle ecig.

Ovviamente, anche le multinazionali del tabacco spingono a favore di una esclusione dell’hardware dalla tassazione, ora che si mettono a venderlo pure loro. Non sorprende quindi che perfino il MEF ed AAMS possano concordare su questa posizione.

Avere inoltre le ecig sotto giurisdizione AAMS permetterebbe di controllare l’unico competitor serio ai prodotti di Big Tobacco, oltre all’approvazione da parte di FIT che si è sempre schierata su questa posizione.

Quale era quindi lo scopo di questo incontro? Quello di trovare una corretta soluzione per il mondo delle ecig, tenendo conto delle esigenze di vapers, produttori e rivenditori? Oppure quello di trovare un modo per abbassare l’accisa sui prodotti di Big Tobacco senza scatenare polemiche (e magari con l’approvazione) da parte dei produttori di ecig?

Chiudiamo con una considerazione su Anafe. Sappiamo che durante l’incontro ha consegnato una sua proposta di legge per la regolamentazione del settore, malgrado il parere contrario di Fiesel e Life. Non conosciamo la versione “ufficiale” della proposta che è stata consegnata, ci permettiamo però di dubitare che sia così favorevole ai vapers come invece avremmo desiderato.

1 febbraio 2014

AAMS: retaggio storico, carrozzone moderno

In una recente discussione un vaper ha paragonato AAMS alla Polizia Stradale il cui compito è semplicemente di far rispettare il Codice della Strada scritto dal Legislatore. Purtroppo il paragone non regge. Vediamo perché.

Il monopolio è nato con due scopi principali: rendere disponibili alla popolazione prodotti difficili da reperire, vedi il Chinino di Stato ed agire da ammortizzatore nei confronti di speculazioni su prodotti considerati di prima necessità. Il monopolio agiva quindi come calmierante sui prezzi di prodotti a rischio e difendeva la popolazione da azioni speculative. (Sì, sembra assurdo, se visto con gli occhi di oggi)

Con il passare degli anni, il monopolio si è trasformato nell’agenzia preposta ad incassare le accise. Attenzione però: il modello non è di certo quello delle agenzie fiscali, bensì quello del concessionario pubblico. L’esempio più calzante è quello della vecchia SIP, azienda che agiva in regime di monopolio ed incassava (lo fa pure ora) l’imposta chiamata “Tassa di Concessione Governativa”.

Se torniamo alle nostre strade, la Polizia Stradale deve essere assimilata alla Guardia di Finanza, unica e vera entità preposta a far rispettare la legge in materia fiscale. AAMS può invece essere paragonata alla vecchia “Società Autostrade” quando era ancora un’azienda pubblica di proprietà dell’IRI. AAMS è di fatto il concessionario esclusivo per la vendita dei tabacchi sul territorio nazionale con pieno potere di assegnazione delle licenze.

Abbiamo quindi un settore del mercato che non si è modernizzato come invece hanno fatto nel settore delle infrastrutture (Autostrade, Telecomunicazioni, Ferrovie, Servizi Postali, ecc.). Ricordo inoltre che la liberalizzazione dei mercati è uno degli elementi cardine della Comunità Europea.

Ma quali conseguenze genera questa situazione?

Primo problema: i costi. AAMS incassa un’enorme massa di denaro per conto dello stato. Al netto ovviamente dei costi di gestione di AAMS stessa. Ma quanto costa? Non lo sappiamo. Sappiamo di sicuro che agisce in un regime dove non deve rendere conto di ciò. Non ha concorrenza, non ha ottenuto la concessione partecipando ad una gara d’appalto come avviene invece per tutti i settori liberalizzati. (Anche la RAI prossimamente parteciperà ad una gara d’appalto per la gestione del servizio informativo pubblico!).

Secondo problema: è un’agenzia pubblica ed in quanto tale legata a doppio filo con la classe politica. La storia ci insegna quanto sia pericolo questo tipo di legame, ed esiste una forte spinta dalla Comunità Europea per cambiare questo modello operativo.

Immaginiamo la contestazione: “AAMS deve raccogliere le accise, non la possiamo eliminare”. Quasi tutti i paesi del mondo e sicuramente tutti i paesi europei, hanno accise su Tabacchi lavorati, Alcool ed Energia. Ma siamo rimasti uno degli ultimi paesi ad avere questo tipo di struttura monopolistica. Far pagare le accise è compito dell’Agenzia delle Entrate, non del concessionario monopolistico. E comunque non è assolutamente necessario che sia un’agenzia pubblica della cui efficienza non abbiamo alcuna certezza.

Dott. Cottarelli: c’è una spending review da implementare e lei è stato assunto per questo. Ecco qui una bella opportunità per iniziare bene il suo lavoro.